Il 16 febbraio 2017 alle ore 16:00, presso l'aula magna dell'Istituto d'Istruzione Superiore "V. Moretti", si è tenuto un dibattito intitolato "La Costituente". Dopo aver preso visione di alcuni filmati di personaggi come Valerio Onida (ex Presidente della Consulta) e Gaetano Quagliarello (politico e docente universitario), si è aperto un dibattito tra i presenti, vale a dire studenti e insegnanti della stessa scuola. Alla fine si è giunti alla conclusione della necessità di modificare alcuni articoli della nostra Costituzione, scritta nel 1946-47 da forze politiche che trovarono un compromesso e una sintesi molto riuscita. Tuttavia oggi la Carta ha bisogno di modifiche, soprattutto in alcune parti considerate obsolete e non in grado di "leggere" al meglio la situazione contemporanea della nostra società, a causa di enormi cambiamenti che si sono avuti nel corso degli anni (Letizia Albii).
52. Al Moretti Il Giorno del Ricordo 2017 - Il futuro ha bisogno del passato
ROSETO. Le Foibe. Il 10 Febbraio. “L’altra” memoria. All’istituto tecnico “Moretti” di Roseto, il professor William Di Marco, alla presenza dell'assessora comunale alle scuole, Luciana Di Bartolomeo, ha ripercorso questa mattina, come aveva fatto il 27 Gennaio per “La Giornata della Memoria”, quest’altro calvario della nostra storia.
Avevano i libri ed i block-notes sulle ginocchia, i ragazzi seduti ad ascoltarlo sulle gradinate dell’aula magna. Libri poggiati sui jeans con quelle tipiche fessure che tanto fa oggi tra i giovani. Tra i giovani – ha rimarcato ancora una volta William – che devono imparare a superare le barriere delle storia che la nostra generazione ha alzato spesso a difesa di ideologie indifendibili. “Perché la storia la scrivono sempre i vincitori, ma poi il tempo, i documenti, l’apertura degli archivi, fornisce quei materiali per riscriverla, se necessario”E sulle “Foibe”, questo dramma del dopoguerra, questa vendetta velatamente “comunista” per una occupazione indubbiamente “fascista”, la storia ha cominciato a riscriverla un docente di sinistra, Gianni Oliva, con un libro che stamattina è stato menzionato. Al di là dei numeri delle vittime, che nel passato si mettevano a confronto per giudicare se fossero stati più “cattivi” i comunisti o i fascisti. Al di là del fatto che non si fosse data occupazione fascista probabilmente non sarebbe stata rappresaglia comunista. Al di là dei 350 mila esuli istriani trattati qualche volta peggio dei profughi delle attuali migrazioni.
Al di là, perché la storia non si fa con i se, ma con le carte, superando, superando, superando, come dice William i pregiudizi dell’eterno dopoguerra italiano. Di quel tempo, ovvero, di quando ad esempio andavo io a scuola negli anni ’70 del Novecento e il 27 Gennaio o il 10 Febbraio non c’erano. C’era vicino casa però un uomo taciturno, che veniva dall’Istria. Ed il 10 Febbraio appuntava sulla giacca un piccolo distintivo che io non capivo e nemmeno mi sforzavo di comprendere. Più tardi seppi che aveva avuto dei congiunti infoibati. Era sempre triste. Ed era missino. Ma questo lo seppi dopo.
Ecco, superiamo. Non dico che le cose sono tutte uguali. Che le cause sono le stesse. Ognuno è libero di dare più peso all’una o all’altra. Ricordo Claudio Magris, triestino, il quale diceva “…Intanto può esserci oggi il ricordo delle foibe in quanto c’è stato il 25 Aprile: chi e cosa dovremmo ricordare se avessero vinto loro?”. Ricordo Roberto Scordova che diceva che “nelle foibe hanno trovato la morte moltissimi comunisti solo perché italiani”. Riverbero Pietro Calamandrei, quando diceva: “La Liberazione fu vittoria contro noi stessi, avendo ritrovato la dignità dell’uomo”.
La Dignità allora fu calpestata. In nome di un delirio. Di una Ragione da pazzi. E tanto basta. Che altro aggiungere? (da Controaliseo di Ugo Centi del 10 febbraio 2017)
51.I libri di "Artemia" protagonisti della "Cultura in Cammino"
ROSETO. Due libri della “Artemia” edizioni hanno chiuso l’edizione invernale della “Cultura in cammino” organizzata dalla Cerchi Concentrici Promoter, intitolata appunto “I libri raccontano”.
“Crediamo molto negli autori locali”, dice Teresa Orsini, di Artemia, che ha seguito tutti gli appuntamenti presentati da William Di Marco alla sala Pia Marta di Roseto. Così questa sera è toccato ad “E tu, ritorna!”, di Giovanna Forti e “Giorni bambini, una vita da maestro”, di Giuseppe Iannetti.
Storie molto diverse quelle narrate dai due autori. Se Giovanna Forti si sofferma sulla vicenda umana e politica di Michelangelo Forti, prete patriota risorgimentale di Cesa Castina; Giuseppe Iannetti si occupa invece della scuola inclusiva e democratica che per anni ha praticato da “maestro” elementare, figura “ormai estinta al maschile”, dice.
Un libro dai toni molto delicati – come tipico della scrittura della Forti – per un protagonista insieme tragico ed eroico quale il prete della montagna teramana morto nel carcere borbonico di Isida per le sue idee liberali. Ed un testo “incazzato” – dice lo stesso Iannetti – che critica la politica scolastica che trasforma gli insegnanti in aridi valutatori mentre dovrebbero essere dei formatori coinvolgenti ed innovativi.
E sullo sfondo il territorio. Quello tormentato delle aree interne del teramano sconvolte oggi da neve e terremoto e quello, non molto diverso, che recepisce le pulsioni della nuova scuola poi di fatto tradita dalla politica. Tutti temi che la Cerchi Concentrici ripropone ad un mondo giovanile che in fondo costituisce la sua mission sociale e culturale. (Da Controaliseo di Ugo Centi 02-02-2017)
50.La "Cultura in cammino" con Maria Pia Di Nicola e Tito Rocci
ROSETO. Ora, sarà una mia cosa personale, ma quando ascolto Maria Pia Di Nicola mi incanto. Mi affascina quella sua eleganza naturale, financo nell’abbigliamento. Quel modo di raccontare. Questa sera si parlava del suo libro, “Binario 21” (Artemia edizioni) al secondo appuntamento della “Cultura in Cammino”. Insieme ad un altro libro “Pilot house” di Tito Rocci.
Sono due racconti per certi aspetti intimi. Due viaggi diversi dentro e fuori gli autori. Due percorsi anche di fede. Due ricerche di senso, per dirla in breve.
Ma non è dei libri che voglio parlare. Quanto del racconto che ne hanno fatto gli autori, accompagnati dalle domande di William Di Marco.
Con Maria Pia Di Nicola, docente e donna impegnata da sempre in politica, converso spesso, quando ci incontriamo per Roseto. Rispetto in lei l’essere stata “comunista” nel senso sociale del termine. “Litighiamo”, si fa per dire, del Pd di oggi, che lei difende ed io critico. Ma questa sera, quando ha finito il suo racconto del libro – ma in realtà ha parlato dei giovani – ebbene l’ho abbracciata forte con l’emozione ai limiti.
Io vedo nelle sue parole una autenticità che nel senso politico critico, ma nel versante umano mi coinvolgono, mi prendono, mi suonano vere.
Sono due sere queste della “Cultura in Cammino” di quest’anno che lasciano un segno sui sentimenti. Il contenuto dei libri, il rapporto tra tecnologia e filosofia di cui parla Tito Rocci, la parte letteraria, diventa tutt’uno con una componente umana predominante. E secondo me coinvolgente. Almeno, su me fa quest’effetto. (da Controaliseo di Ugo Centi)
49.Giornata della Memoria 2017 - Ancora e sempre per non dimenticare
ROSETO. Il 27 Gennaio è la "Giornata della Memoria". Un appuntamento istituzionale. A ricordo dell'Indicibile sterminio degli ebrei. Si celebra in molte scuole, naturalmente. L'istituto tecnico "Moretti" è sempre tra loro. Dall'inizio. E costantemente nel modo particolare di una scuola vocata al territorio, come ricorda la preside, Sabrina Del Gaone.
Così questa mattina in una aula magna affollatissima di ragazzi, si sono ritrovati la stessa preside Del Gaone, il professor William Di Marco, le assessore comunali Carmelita Bruscia e Luciana Di Bartolomeo ed il tenente Rosario Cupidi, presidente della Sezione di Giulianova-Teramo dell'Associazione Artiglieri, ospite per questa edizione della manifestazione.
Davanti a loro, come detto, tanti ragazzi. Tanti giubbotti e jeans invernali. Tante maglie con le stampe. Alcune barbe incipienti spesso accompagnate da capelli rasati ai lati o raccolti in code dietro la nuca come va oggi. Al cospetto dei cui occhi sono scorse le immagini dell'Indicibile, appunto. Di quello che l'uomo è capace quando decide di azionare la modalità sterminio, per dir così; di annientare la dignità dell'altro; di incenerire le vite di milioni di altri esseri umani.
"L'esperienza è personale e non trasmissibile", ha detto William Di Marco nel suo dettagliato e documentato excursus storico. "Però – ha aggiunto – parlarne vale per ricordare". E possibilmente per non ripetere. Per evitare che ci siano altri esseri viventi ridotti a scheletri vestiti di pelle, come purtroppo ci furono. Che non ci siano più esseri passati a fil di ferro con il gas e ridotti in cenere, come purtroppo ci furono. Che non si ripetano le braccia marchiate a fuoco peggio degli animali da macello, come purtroppo ci furono.
Passa il messaggio? Non so. A me – che pur conosco – impietrisce sempre. Cosa possa voler dire per un ragazzo o una ragazza d'oggi, sinceramente proprio no so. So che il "Moretti" ce la mette tutta. E se guardo gli occhi giovanissimi che cerco di incrociare e osservare, penso che qualcosa passi. O magari passa tutto. (da Controaliseo di Ugo Centi)