37.Dimarcolor Color People Festival, i bambini hanno giocato con i colori
Tavoli con tanti colori sopra. È stata l'attrazione principale per decine e decine di bambini, molti figli di turisti, in questa IV Edizione del Dimarcolor Color People Festival. Intanto il sottotitolo è molto indicativo "Colori e musica degli anni '60 e oltre" e rafforza ormai il connubio tra le note musicali e le cromie dell'arcobaleno, che invitano sempre alla gioia e alla spensieratezza. Così mentre il gruppo Radio Vintage (guidati dal direttore artistico della manifestazione, Antonio Bidetta) e il bravo e virtuoso chitarrista Antonio Di Gabriele si esibivano sul palco - dando fuoco alle polveri musicali degli anni '60, '70, '80 - i tanti bambini si sbizzarrivano con i colori a tempera, lavorando su dei pannelli e ispirandosi ai cinque temi dell'evento: il pulmino Color People, la Mehari Color People, la scimmietta Dimarcolor, l'elefantino Caparol e la maglietta gadget della serata. Insomma, alla fine tanta musica, molti colori e i bambini che si sono divertiti. Poi tutti a lavarsi dai prodotti biodegradabili, per la felicità delle mamme.
36.Incontri Letterari - III Edizione (27-28 luglio 2016, Roseto) con la prof.ssa Manuela Racci
Che insegnante meravigliosa, Manuela Racci! Che donna eccezionale! Che persona stupenda!
ROSETO - Prima serata. Ogni volta che d’estate viene al lido “La Vela” di Roseto, invitata dalla “Cerchi Concentrici” di William Di Marco, a parlare di letteratura sulla spiaggia (“Mi sento un po’ rosetana”, dice lei) per il pubblico è un incanto. Un fremere di tutte le corde dell’anima. E del corpo.
Per Manuela Racci, studiosa di Dante e di Platone, di Ungaretti e di…. una infinità di giganti della storia della letteratura; per “Manuela umile insegnante scrittrice”, sottolinea con la modestia che solo i veri colti hanno; per “Manuela” che freme, ansima, accarezza ed a volte scolpisce le parole insieme ai suoi liceali di Forlì, città dalla quale proviene e nella quale insegna; per “Manuela” dunque la parola è carne viva; arnese conficcato nella pelle; vita per la vita degli studenti. “Con” e non “per” i quali la scortica (la parola), ne cerca e ne cita l’etimologia latina e greca: non per stupido sfoggio di erudizione, ma per sbucciarne la pelle ed andare dritto all’anima.
Anima che gioisce ed è tormentata insieme, come è nella vita. Anima che a volte, purtroppo, si perde, come è nella vita. Vita che innamora, sempre. Vita che vive, ma qualche volta, anche giovanissima, se ne va, come ahimé accaduto ad una ragazza della scuola di “Manuela” e, qui a Roseto, a Silvia Scarpone lo scorso inverno (commovente la poesia che ha letto a suo ricordo William Di Marco).
Dunque l’amore, cui è dedicato l’ultimo libro della professoressa Racci: “Caro amore ti scrivo” (Minerva edizioni). Scritto pensando alla giovanissima figlia Serena, ieri sera presente alla manifestazione, ed a tutti gli adolescenti che si innamorano, si lasciano, gioiscono e patiscono per l’amore. Libro di “Una innamorata delle parole, che vuole contagiare questo amore agli altri”. Di una che è sempre nei “cantieri dell’anima”; in “un universo che danza nelle nostre mani”. In quelle parole che sono “scialuppa di salvataggio nel mare magnum dell’esistenza”. Quelle parole che “plasmo per aiutarli a mettere le ali, a trasformare il piombo in oro”, perché se ti immergi nelle lettere “il dolore scompare”.
E già, perché il libro recupera e sublima il valore delle “lettere d’amore”. Scritte dai grandi della letteratura, che la Racci ha recuperato e messo in pagina con il suo stile inimitabile, mostrando i caratteri umanissimi dei grandi poeti e artisti travolti come tutti dall’amore. Amore che quando ti prende ti fa impazzire. E quando ti lascia ti fa morire, per fortuna metaforicamente il più delle volte. “Perché l’esistenza è dentro il singolo uomo, dentro di noi, ci attraversa l’anima e ne esce in un modo giullare e magico”.
Ma queste righe non rendono l’idea. Dovete immaginare questa donna solare e graziosa, minuta quasi, che trasforma la sua voce nel raccontarti la storia; che vibra nel fisico nel dirla; che accoppia la voce ed il gesto delle braccia sottili quasi ad indicarti un mondo. Un mondo di bene, che lei vuole ai suoi figli, ai suoi studenti, a tutti quelli che ieri sera immobili e rapiti l’hanno ascoltata sulla spiaggia di Roseto. In fondo, che rivolge, al mondo.
Ecco, io ho scritto così, senza rileggere, forse commettendo errori. Perché io ieri sera ero rapito dalle parole. Ero stanco ieri sera. Stanco non tanto fisicamente, quando d’altro. Quasi non volevo andare. Anch’io ho perso un “amore”, di recente, quello particolare di mia madre. Non si vede, ma sto ancora lottando per uscire da questa situazione esistenziale, perché quella perdita è stata per me inaspettata. Ebbene, non so perché ma sono andato lo stesso. E mi sono sentito molto meglio dopo. Grazie professoressa Manuela Racci, il libro è davvero terapeutico, come lei insegna. E vive.
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Manuela Racci e Roseto: una scintilla d'amore
ROSETO - Seconda serata.
Si ha quasi l’impressione che Manuela Racci, protagonista delle due serate letterarie della “Cerchi Concentrici” sulla spiaggia del Lido “La Vela” (di cui questo blog e pagina facebook ha parlato anche ieri); si ha quasi la sensazione si diceva, che la docente-scrittrice si soffermi sul lato fragile, sul versante umano dei grandi scrittori e poeti che amabilmente tratteggia.
Lo ha fatto ieri sera con Gabriele D’Annunzio. Del quale ha preferito “Il Notturno”, testo che il poeta-divo, il super-uomo D’Annunzio, il manager-di-se-stesso D’Annunzio, scrisse quando era inchiodato a letto, bendato e cieco, per via di un incidente aereo che lo rese orbo da un occhio. Un D’Annunzio timoroso della morte; un super-attivo che fugge dalla triste realtà umana.
Un aspetto intimistico, questo, già provato da Manuela Racci con lo studio del carteggio privato dei nomi illustri del nostro panorama storico-letterario alla base del suo ultimo libro. Lo ha ripetuto, ampliato, con D’Annunzio. Alla presenza (lungo abbraccio tra le due alla fine) di Daniela Musini (“Una donna D’Annunziana”, l’ha definita la Racci) attrice-musicista (e non solo) rosetana che di D’Annunzio ha in pratica costituito una ragione di vita.
Un D’Annunzio intimistico e decadente, dunque, quello indagato da Manuela Racci, presentata per l’occasione da Martina Bidetta, giovanissima, ma sicurissima nel rapporto con il pubblico, vicepresidente della “Cerchi Concentrici”. Non è mancato poi qualche accenno più di cronaca-storica in questa serata rosetana in cui il pubblico ha tributato davvero un applauso grande grande a questa docente forlivese divenuta ormai di casa al Lido delle Rose. Anzi, direi amata da Roseto come lei ricambia con altrettanto amore. (di Ugo Centi da Controaliseo 27 e 28 luglio 2016)
La prof.ssa Manuela Racci ha illuminato gli Incontri Letterari
Un dato su tutti. Sono arrivati alla redazione della Cerchi Concentrici, l'organizzatore dell'evento, diverse e-mail di ringraziamento per aver dato la possibilità, a chi ha scritto, di conoscere questa insegnate di materie letterarie e di biblioterapia, che è docente a Forlì, ma che ormai gira un po' tutta l'Italia per parlare del suo amore verso la letteratura, la filosofia e gli studia humanitatis in generale. Due serate, quella del 27 e 28 luglio presso il Lido La Vela di Roseto, che già fanno parlare, per come sono risultate interessanti e appaganti. Nella prima, Manuela Racci ha analizzato il suo ultimo lavoro editoriale "Caro amore ti scrivo..." che è già un successo. Attraverso vari carteggi di autori del passato, l'autrice è riuscita a ricavarne un percorso "terapeutico", con posologia, dosi e quant'altro. L'aspetto indovinato è che gli interlocutori sono i giovani, con un ruolo fondamentale della figlia Serena. Nella seconda serata si è parlato di D'Annunzio, della bellezza e della fase "notturna" che del poeta abruzzese è la meno conosciuta, ma anche la più vera e autentica.
La speranza è che questa iniziativa di "Incontri Letterari" possa andare avanti e possa riportare a Roseto una docente tanto amata dalla nostra comunità. (da EidosNews)
35.Buona vita, calcio rosetano
ROSETO. Bisognava trovarsi lunedì sera sulla spiaggia del lido “La Vela” di Roseto per toccare con mano che il calcio è proprio quel fenomeno popolare di cui spesso si parla. Si è presentato, in versione estiva, il libro di Camillo Cerasi, noto calciatore ed organizzatore di calcio rosetano, sulla storia della “Rosetana”. Una presentazione curata dalla “Cerchi concentrici” di William Di Marco, che di calcio è davvero appassionato.
Ebbene, sullo schermo è “passato” un filmato straordinario: 95 anni di storia del calcio nella città del basket. Calcio mai ad altissimi livelli, che forse ha vissuto un decennio buono solo dal 1970 al 1980, eppure calcio foriero di tanti campioni che hanno calcato i più prestigiosi campi nazionali: Mino Bizzarri un nome per tutti, ma anche i giovani Dezi e Croce dei giorni nostri.
Il clima dunque. Quel parlare fitto di calciomercato in attesa dell’avvio della manifestazione. Quelle vecchie glorie che si ritrovano e si abbracciano come stessero in campo essendo però passato quasi mezzo secolo. Quel parlare di calcio come la passione della vita. E poi la famosa partita del 1973: lo spareggio con l’Atessa giocato allo stadio Adriatico di Pescara per il passaggio di categoria: più di 7 mila rosetani al seguito, praticamente mezza città di allora!
Segno, questo, di una partecipazione eccezionale, poi via via scemata nel tempo anche per i risultati non sempre all’altezza delle aspettative degli anni successivi. Almeno non per un sodalizio sportivo che fu il primo ad essere fondato negli anni ’20 del novecento in provincia di Teramo ed il primo a risorgere nel 1944 già in pieno conflitto bellico. Sodalizio di cui il libro e il video restituiscono “vita e miracoli”: nomi, formazioni, campionati e tanti tanti compianti concittadini che si sono impegnati in questo sport come atleti, organizzatori, dirigenti, eccetera.
Nomi tutti passati in rassegna alla “Vela”. Con i protagonisti (o talvolta i loro eredi, e così la vita purtroppo, e neanche il pallone può fermarla) in platea ad applaudire e ricordare. Protagonisti premiati alla fine con una medaglia ricordo. I promotori della serata hanno invitato, per la consegna di questo riconoscimento, il sindaco Sabatino Di Girolamo ed il consigliere comunale Marco Angelini. Per un arrivederci però, non per un saluto. Sempre con allegria, ed una buona pizza per concludere in bellezza un momento che nei ricordi cerca il futuro. Per il goal che sempre dobbiamo cercare: quello della felicità. Buona vita calcio rosetano. (di Ugo Centi da Controaliseo del 25-7-2016)
34.Successo di pubblico per l'evento "Narrazione della Storia" con la presenza del prof. Franco Cardini
Il pubblico ha gradito. Potremmo riassumere un po' così l'esito della prima edizione, svoltasi al lido "La Vela" di Roseto il 18 e 19 luglio scorso, della "Narrazione della Storia" una specie di festival che ha avuto un preciso compito: rendere questa materia così affascinante, ma che purtroppo non sempre viene amata nelle scuole, qualcosa di molto fruibile a un pubblico vasto ed eterogeneo. Gran merito va dato alle tante persone accorse e che hanno sottolineato, nei commenti a caldo e del dopo evento, di gradire la formula.
Straordinaria la prima serata con Franco Cardini (Professore Emerito presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane della Scuola Normale Superiore di Pisa) che ha parlato dell'Islam e di altro ancora presentando il suo nuovo libro, fresco vincitore del premio di saggistica "Città di Roseto", Il Califfato e l'Europa. Nella seconda serata si è parlato di "Totalitarismi e comunicazione" con l'intervento del prof. William Di Marco. L'organizzazione è stata curata dall'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor.
33. I Edizione "In montagna - Alla scoperta dell'entroterra abruzzese"
L'associazione culturale Cerchi Concentrici ha organizzato il 2 giugno 2016, in concomitanza con i festeggiamenti di settant'anni della nascita della Repubblica, la I edizione de "In montagna - Alla scoperta dell'entroterra abruzzese". La località prescelta per questa prima uscita è stata Il Ceppo da cui si è partiti per le Cascate della Morricana, poste a 1560 mt di altitudine, con oltre 200 metri di dislivello. Al termine della strada bianca (1350 m circa) inizia un sentiero delimitato da staccionata. Oltrepassato un fosso (fosso della Tentazione), poco oltre si giunge ad un bivio, continuare in piano (in basso si scende al torrente nei pressi delle opere di captazione dell'ENEL). Il sentiero prosegue più o meno pianeggiante nel folto bosco di faggi e rari abeti bianchi. Si oltrepassano diversi fossi secondari (fosso della Seccinella quello più grande) fino ad arrivare al fosso della Morricana. Qui in breve costeggiando il lato sinistro si giunge alla base del salto (1560 m circa, 1 ora).