Con Topolino al governo tutti in piazza a manifestare
Se invece del premier Giuseppe Conte il ruolo del Presidente del Consiglio lo avesse avuto il mitico personaggio di Walt Disney, cosa sarebbe successo? Ce lo spiega l'ucronia
di William Di Marco
FANTAPOLITICA – C'è un modo per sorridere in questo momento così difficile di pandemia a livello globale? In realtà ci sarebbe poco da stare allegri per gli effetti diretti e soprattutto indiretti del Covid 19. Tuttavia la Storia ci offre il giusto assist sotto il nome di ucronia. È un modo per immaginarsi come sarebbero andate le cose se fossero cambiati alcuni episodi inerenti un fatto molto più complesso, sovvertendo l'esito finale dell'accadimento. Il vocabolario Treccani ci viene in aiuto: "ucronìa s. f. [dal fr. 'uchronie' (voce coniata dal filosofo Charles Renouvier nel 1876), der., con 'u-' di 'utopie' «utopia», dal gr. «tempo, periodo di tempo»], raro. – Sostituzione di avvenimenti immaginarî a quelli reali di un determinato periodo o fatto storico (per es., la situazione europea se Napoleone avesse vinto a Waterloo)". Una volta compresa la spiegazione, in cui fatti storici si mischiano un po' alla fantasia, iniziamo questo espediente retorico per vedere cosa sarebbe accaduto in Italia se invece del premier Giuseppe Conte – sorretto dalla maggioranza 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva – il ruolo del Presidente del Consiglio lo avesse avuto il mitico personaggio di Walt Disney, vale a dire Topolino, con l'appoggio ovviamente di altri partiti. Il riferimento a Mickey Mouse è stato scelto proprio per indicare un pinco pallino qualsiasi, fuori dalla cerchia dell'immunità ideologica della sinistra che a quanto pare può permettersi di tutto, con il popolo smarrito (fino a quando?) al punto da essere consenziente alle più grandi ingiustizie che siano mai state architettate, contro la libertà, la democrazia, il rispetto della dignità dell'uomo e anche della logica sociale.
LE DENUNCE GIORNALISTICHE – Per fare ciò ci serviremo di un telegiornale, il più visto in Italia, cioè il TG1, anche perché da sempre è il più governativo e dove il mainstream (cioè la convenzionalità) è di casa. L'annunciatore di turno apre l'edizione delle 20:00 con queste notizie:
1 - Il 25 aprile centinaia di migliaia di persone comuni, insieme ai partigiani, sono scese in piazza un po' in tutta Italia approfittando della Festa della Liberazione per protestare contro il presidente Topolino e i suoi ministri di cartoni animati. La polizia ha cercato di fermare le adunate, date le disposizioni governative di lockdown e di divieto assoluto di assembramento, ma i manifestanti, intonando il canto "Bella ciao", hanno invitato le forze dell'ordine ad appoggiare la protesta, contro la dittatura di chi tiene sotto scacco da molti mesi le persone in casa. Soprattutto i giovani dei Centri Sociali si sono espressi a favore della libertà di movimento, di aggregazione, di istruzione. Hanno detto: "La violazione della sacra Costituzione è ormai palese e Topolino è il vero dittatore del nuovo millennio";
2 - Un'altra manifestazione con tanta gente partecipante si è svolta a Messina. Questa volta contro il ministro della Giustizia del governo in carica, vale a dire Pluto, che ha scarcerato oltre 400 mafiosi, alcuni addirittura sotto il regime iper restrittivo del 41 bis. Questi ultimi, già in isolamento, per paura del Coronavirus, hanno ottenuto un "altro" isolamento a casa. C'erano anche tanti studenti che hanno ribadito come la libertà e la Costituzione siano state violate;
3 - A Palermo centinaia di persone hanno manifestato, anche qui, contro il ministro della Giustizia, perché dopo aver contattato il magistrato Nino Di Matteo, da sempre in prima linea contro la mafia e avergli proposto il ruolo di capo del Dap (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) si è rimangiato tutto, forse a causa delle pressioni dei boss malavitosi che vedevano nel magistrato un grosso ostacolo. I sospetti sul ministro sono accresciti, anche per l'incapacità dimostrata nel gestire la protesta carceraria che aveva provocato la morte di ben 13 detenuti e l'evasione di centinaia di malviventi, alcuni dei quali pericolosissimi. I manifestanti hanno intonato il motto dello stesso ministro Pluto, che solo pochi anni fa sosteneva: "Anche uno pulito deve dimettersi se è sospettato";
4 - A Reggio Calabria c'è stata un'altra iniziativa, questa volta portata avanti da coloro che lottano contro la 'Ndrangheta, per lo scandalo del reddito di cittadinanza finito nelle tasche di oltre cento camorristi, alcuni dei quali veri capi criminali, che – così è convinta la magistratura – non hanno preso i soldi per necessità, ma per sfidare lo Stato sul piano della legalità;
5 - A Perugia un gruppo di intellettuali, forte della denuncia di Alicia Erazo, ambasciatrice all'Onu dei diritti umani, ha ribadito come il governo di Topolino ha sostituito i tre poteri delineati da Montesquieu, ossia legislativo, giudiziario ed esecutivo, con il potere finanziario, mediatico e tecnico-scientifico, minando le basi della democrazia;
6 - A Roma, davanti alla sede dell'Ordine dei Giornalisti, il sindacato Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana) ha protestato vivamente contro il governo per la deriva autoritaria dovuta all'istituzione di una task force per controllare le notizie e scinderle in giuste o farlocche, le cosiddette fake news. I giornalisti presenti hanno sottolineato come nemmeno con le leggi fascistissime di Mussolini si era arrivati a tanto;
6 - A Torino sono scesi fianco a fianco un gruppo di giudici e di avvocati per dissentire contro il governo Topolino perché sinora ha emesso: 13 Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, un atto autocratico, senza il vaglio del Parlamento, del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale), 8 decreti legge, 200 regolamenti ministeriali. A questi vanno aggiunti 400 ordinanze regionali (solo in Abruzzo 49), 40.000 ordinanze municipali, con in testa il comune di Brindisi (33). Addirittura alcuni sindaci hanno sradicato le panchine per evitare gli assembramenti e altri hanno istituito la spesa nei supermercati in ordine alfabetico. Il mondo reale di Topolinia supera i fumetti;
7 - Anche la curia romana ha dato cenni di insoddisfazione e diversi parroci si sono allogati davanti alle chiese per protestare sia contro la chiusura dei luoghi sacri sia contro l'impossibilità di svolgere, anche se alla presenza di pochi fedeli, le funzioni eucaristiche. Gli stessi prelati hanno dichiarato all'unisono che nemmeno Karl Marx aveva prefigurato una simile eutanasia religiosa;
8 - A Taranto migliaia di operari dell'ex Ilva si sono ritrovati per solidarizzare con coloro che ancora, e sono milioni, non ricevono la cassa integrazione. Gli slogan che hanno inneggiato sono stati: "Questo è un governo d'incapaci, che ti dice subisci e taci" e "Siamo dentro una dittatura e nessuno sa fino a quando dura". Nella vicina Bari a scendere per strada sono state le partite Iva, per la maggior parte senza un minimo contributo dello Stato, che li ha obbligati alla chiusura delle attività e all'annullamento dei redditi;
9 - A Firenze è andato in scena il popolo viola-arcobaleno per protestare contro il nuovo potere occulto. I manifestanti sostengono che dalla P2 si è passati alla C2 (facendo riferimento al governo bis), organizzazione che ha i propri affiliati nelle alte sfere del turbocapitalismo e delle élite bancarie europee;
10 - A Napoli gli studenti universitari e delle superiori, nonostante costretti a casa dalla didattica a distanza, hanno protestato contro il governo Topolino, paragonandolo a quello di Bolsonaro in Brasile, di Rodrigo Duterte nelle Filippine e di Victor Orbán in Ungheria, capaci di attribuirsi poteri eccezionali. In pratica la stessa cosa che il premier italiano si è concesso il 31 gennaio scorso con la dichiarazione dello stato d'emergenza. In verità va detto che Orbán è giustificato, in quanto i poteri glieli ha concessi il Parlamento ungherese.
Queste sono le notizie principali del telegiornale che sarebbe andato in onda sulla rete ammiraglia della Rai, con il commento finale dello stesso annunciatore: "Ormai per le strade e piazze del Belpaese è vera e propria rivoluzione. Dopo quella inglese del 1648, americana del 1776, francese del 1789, anche l'Italia si è desta in questo 2020".
Certo, abbiamo scherzato, ci siamo serviti dell'ironia, ma dietro le denunce rette da sorrisi e ammiccamenti, c'è sempre una buona dose di verità.
IN CAUDA VENENUM – (Il veleno è nella coda) A conclusione di tutto questo viaggio ucronico nella fantapolitica potrebbe sorgere una domanda bivalente. Se da un lato è vero che il centro destra deve chiedersi perché l'immunità ideologica ce l'ha sempre la parte avversa e perché quel mondo che ruota intorno al conservatorismo e alla liberal-democrazia spesso è poco credibile – tanto da essere attaccato con facilità – dall'altro lato è anche vero che il popolo italiano dovrebbe ugualmente domandarsi come ha potuto dar credito a simili soprusi e nefandezze, senza ribellarsi e scendere per le strade. Sono in gioco i principi cardini della nostra democrazia e della vita delle future generazioni. La dittatura non si ripresenta mai con le teste calve alla Mussolini oppure con i baffetti di Hitler o ancora con i baffoni di Stalin. I mutamenti sociali portano a rimodulazioni politiche. L'aspetto atroce sta nell'adattarsi a ciò che ci viene proposto come inevitabile, con la scusa dell'eccezionalità del momento. Ci sarà sempre qualcuno disposto a dichiarare lo stato d'emergenza, con gli Italiani proni al ducetto di turno. I "bellaciaisti" difensori della Libertà, dove sono finiti? E siamo sicuri che Conte faccia meno ridere di Topolino?